La tromboprofilassi con Rivaroxaban ( Xarelto ) ha ridotto significativamente il tromboembolismo venoso tra i pazienti ambulatoriali con tumore al pancreas, in base ai risultati di una analisi di sottogruppo prespecificata dello studio CASSINI.
I ricercatori non hanno osservato alcun aumento del sanguinamento maggiore durante il periodo di intervento.
Il cancro al pancreas è una neoplasia associata a tromboembolismo venoso. E' stata effettuata una analisi per sottogruppi per definire il rapporto rischio-beneficio della profilassi con Rivaroxaban.
Lo studio randomizzato in doppio cieco CASSINI aveva valutato la sicurezza e l'efficacia di Rivaroxaban rispetto al placebo tra i pazienti oncologici ambulatoriali che stavano per iniziare una terapia sistemica.
Sono stati arruolati 1.080 pazienti, tra cui 362 con carcinoma pancreatico. Tutti i pazienti erano ad alto rischio di tromboembolismo venoso, definito come punteggio Khorana di 2 o valore superiore.
Tutti i partecipanti allo studio sono stati sottoposti a screening con ultrasuoni al basale e successivamente ogni 8 settimane.
E' stato osservato un tasso di tromboembolismo venoso del 4.5% complessivo ( n=49 ) e del 6.6% ( n=24 ) nel sottogruppo carcinoma pancreatico.
L'analisi finale ha incluso 841 pazienti ( età media, 66 anni, 57% maschi ) assegnati casualmente in un rapporto 1:1 a Rivaroxaban 10 mg al giorno oppure placebo per un massimo di 180 giorni.
Un composito di trombosi venosa profonda sintomatica, trombosi venosa profonda prossimale asintomatica, qualsiasi embolia polmonare e morte correlata a tromboembolismo venoso è servito come endpoint primario di efficacia.
L'emorragia maggiore, secondo i criteri ISTH, ha rappresentato l'endpoint primario di sicurezza.
Nell'intera popolazione dello studio, l'endpoint primario di efficacia si è verificato nel 5.95% dei pazienti assegnati a Rivaroxaban e nell'8.79% di quelli assegnati a un gruppo placebo ( hazard ratio, HR = 0.66, IC 95%, 0.4-1.09 ).
Tuttavia, più di un terzo ( 37.8% ) degli eventi osservati nel gruppo Rivaroxaban si è verificato tra i pazienti che avevano interrotto il trattamento.
In media, i pazienti sono rimasti sul farmaco in studio per 4.5 mesi invece dei 6 mesi previsti, tuttavia i ricercatori hanno mantenuto quei pazienti nel gruppo di terapia attiva.
Durante il Meeting dell'ASCO, sono stati presentati i risultati di una analisi prespecificata focalizzata sul sottogruppo di 273 pazienti ( 32.6% della coorte globale ) con carcinoma al pancreas ( Rivaroxaban, n = 135; placebo, n = 138 ).
Durante il periodo di intervento, 5 pazienti ( 3.7% ) assegnati a Rivaroxaban e 14 ( 10.1% ) assegnati al placebo hanno presentato eventi dell'endpoint primario ( HR = 0.35, IC 95%, 0.13-0.97 ).
Il numero necessario da trattare ( NNT ) è stato di 16.
Un'analisi che includeva l'endpoint primario di efficacia e l'endpoint secondario di eventi arteriosi / viscerali ha mostrato un ulteriore beneficio di Rivaroxaban, con 6 pazienti ( 4% ) assegnati al farmaco in studio e 17 ( 12% ) assegnati ad eventi placebo ( HR = 0.34; 95% CI, 0.14-0.87 ).
L'NNT è stato pari a 13.
Due pazienti ( 1.5% ) assegnati a Rivaroxaban e tre ( 2.3% ) assegnati a placebo hanno sofferto di un importante sanguinamento.
Studi sui biomarcatori dei pazienti senza tromboembolismo venoso hanno rivelato un calo significativo dei valori del D-dimero alla settimana 8 e alla settimana 16 tra quelli assegnati a Rivaroxaban rispetto a quelli assegnati al placebo ( P inferiore a 0.01 ).
Dallo studio è emerso che la profilassi con Rivaroxaban dovrebbe essere presa in considerazione nelle neoplasie ad alto rischio di tromboembolismo venoso. ( Xagena2019 )
Fonte: American Society of Clinical Oncology ( ASCO ) Annual Meeting, 2019
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