Il trattamento dell’embolia polmonare con Eparina a basso peso molecolare e antagonisti della vitamina K, come Warfarin, non rappresenta l’ideale.
È stato condotto uno studio per valutare la non-inferiorità di Idrabiotaparinux, un inibitore indiretto reversibile e ad azione prolungata del fattore X attivato, rispetto a Warfarin ( Coumadin ) in pazienti con embolia polmonare acuta sintomatica.
Nello studio randomizzato, in doppio cieco e di non-inferiorità sono stati arruolati adulti con embolia polmonare acuta sintomatica documentata in modo obiettivo che si erano rivolti a 291 Centri di 37 Paesi.
Sono stati esclusi i pazienti in gravidanza, con sanguinamento attivo, insufficienza renale o ipertensione maligna o che erano ad alto rischio di decesso, sanguinamento o reazioni avverse ai farmaci in studio.
I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere 5-10 giorni di Enoxaparina ( Clexane ) 1.0 mg/kg, 2 volte al giorno, seguito da Idrabiotaparinux per via sottocutanea ( dose iniziale 3 mg) o dose aggiustata di Warfarin ( INR target 2-3 ); i regimi di trattamento sono proseguiti per 3 mesi o 6 mesi a seconda della presentazione clinica.
La randomizzazione è stata stratificata per Centro di studio e durata prevista del trattamento.
L’esito primario di efficacia era il tromboembolismo venoso ricorrente a 99 giorni dopo la randomizzazione.
L’analisi è stata compiuta nella popolazione per intention-to-treat.
L’esito principale di sicurezza era il sanguinamento clinicamente rilevante ( maggiore o non-maggiore ) in tutti i pazienti al giorno 99.
Nel periodo 2006-2010, sono stati arruolati 3202 pazienti di età compresa tra 1 e 96 anni.
Un totale di 34 ( 2% ) dei 1599 pazienti assegnati in modo casuale a ricevere l’associazione Enoxaparina e Idrabiotaparinux e 43 ( 3% ) dei 1603 pazienti assegnati a Enoxaparina e Warfarin sono andati incontro a tromboembolismo venoso ricorrente ( odds ratio, OR=0.79; p per la non-inferiorità, uguale a 0.0001 ).
In totale, il 5% ( 72/1599 ) dei pazienti nel gruppo Enoxaparina e Idrabiotaparinux, e il 7% ( 106/1603 ) nel gruppo Enoxaparina e Warfarin hanno presentato sanguinamento clinicamente rilevante ( 0.67; p per superiorità, uguale a 0.0098 ).
Sono state notate differenze simili negli esiti nei pazienti trattati per 6 mesi.
In conclusione, Idrabiotaparinux potrebbe rappresentare un’interessante alternativa a Warfarin per il trattamento a lungo termine dell’embolia polmonare e sembra essere associato a un ridotto sanguinamento. ( Xagena2012 )
Büller HR et al, Lancet 2012; 379: 123-129
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