Circa il 20% dei pazienti con tromboembolismo venoso non-provocato va incontro a ricorrenza entro 2 anni dall’interruzione della terapia anticoagulante orale.
Allungare i tempi della terapia anticoagulante previene le ricorrenze ma è associato a un aumento del sanguinamento.
Il beneficio dell’Aspirina ( Acido Acetilsalicilico ) per la prevenzione della ricorrenza di tromboembolismo venoso non è noto.
In uno studio multicentrico e in doppio cieco, pazienti al loro primo evento di tromboembolismo venoso non-provocato che avevano completato un periodo di trattamento anticoagulante compreso tra 6 e 18 mesi sono stati assegnati in maniera casuale ad Aspirina, 100 mg al giorno o placebo per 2 anni con l’opzione di prolungare il trattamento previsto dallo studio.
L’esito primario di efficacia era la ricorrenza di tromboembolismo venoso.
Il sanguinamento maggiore era l’esito primario di sicurezza.
Si è verificata ricorrenza del tromboembolismo venoso in 28 dei 205 pazienti che avevano ricevuto Aspirina e in 43 dei 197 pazienti che avevano ricevuto placebo ( 6.6% vs. 11.2% per anno; hazard ratio, HR=0.58 ) ( periodo mediano di studio, 24.6 mesi ).
Nel corso di un periodo mediano di trattamento di 23.9 mesi, 23 pazienti del gruppo Aspirina e 39 di quello placebo hanno mostrato ricorrenza ( 5.9% vs 11.0% per anno; HR=0.55 ).
Un paziente in ciascun gruppo di trattamento è andato incontro a un episodio di sanguinamento maggiore.
Gli eventi avversi sono risultati simili nei due gruppi.
In conclusione, l’Aspirina ha ridotto il rischio di ricorrenza quando somministrata a pazienti con tromboembolismo venoso non-provocato che avevano interrotto la terapia anticoagulante, senza aumento apparente del rischio di sanguinamento maggiore. ( Xagena2012 )
Becattini C et al, N Engl J Med 2012; 366: 1959-1967
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